'U Patraternu e lu pueta

 

"'U Patraternu e lu pueta" potrebbe essere considerata una vera e propria giullarata, proprio perchè il racconto è assolutamente surreale: non è credibile nella vita quotidiana che un poeta e una donna possano parlare col Padreterno e che questo risponda. Ma sulla scena o tra le righe di un testo letterario tutto ciò diventa possibile. Ecco che Carlo Barbera e Natalia Silvestro diventano giullari, che giocano, ridono, scherzano, ironizzano su quelli che sono i problemi di una società sempre più complessa in un mondo che va sempre più verso il collasso, in mano all'uomo, cui è stato dato il Libero arbitrio, da questo utilizzato malissimo.

Il libero arbitrio è il concetto filosofico e teologico secondo il quale ogni persona ha il potere di scegliere da sé gli scopi del proprio agire e pensare, tipicamente perseguiti tramite volontà, nel senso che la sua possibilità di scelta ha origine nella persona stessa e non in forze esterne.

Un poeta scopre che vicino casa sua, su un muro, è stato sistemato un quadro raffigurante Dio, così decide di cominciare a rinfacciargli tutta una serie di problemi che attanagliano la vita umana. Il Padreterno risponde, così una donna, che si trova nelle vicinanze, sentendo la risposta di Dio, comincia anch'essa a parlare, rimproverandolo a tal punto che questo decide di parlare al mondo intero e chiarire tutta la situazione.

Il tutto viene cantato e cuntato alla maniera dei cantastorie con la scenografia di Altan

Carlo Barbera e Natalia Silvestro alla fine della prima prova generale

Venerdì 16 novembre finisce anche la seconda prova generale

Un momento del debutto del 18 novembre

Il pubblico

Carlo Barbera durante lo spettacolo

Considerazioni sul debutto

Il debutto di quest'opera ha messo in evidenza una grande crescita del nostro pubblico, che stavolta più che mai è venuto numeroso, facendoci registrare un buon incremento di presenza rispetto al debutto, in gennaio scorso, di Fabula, nonostante quella sera a Nizza di Sicilia insistessero altri tre eventi, di cui uno teatrale a pochi metri. Certamente è stata decisiva la grande promozione che abbiamo fatto, eliminando quasi totalmente le locandine cartacee e pubblicizzando il tutto quasi esclusivamente coi mezzi che il digitale ci mette a disposizione. 

Ma la cosa più importante è la reazione che il pubblico ha avuto verso uno spettacolo, che proprio di spettacolo poco aveva, ma soprattutto si presentava come un testo letterario, cantato e raccontato, a parte la scenografia, ma era assoloutamente privo di movimenti. Il canto però ha dato grande forza alla realizzazione del tutto, oltre all'interpretazione di Carlo Barbera, cantastorie e attore, soprattutto in questa occasione, e di Natalia Silvestro, cantante e attrice impeccabile, nonchè abile narratrice.

Possiamo dire che la prima scommessa l'abbiamo vinta, portando la gente in Galleria, che non è proprio un teatro, dove la bontà dell'acustica non è scontata, perchè insiste un forte reverbero, che si attenua solo con la presenza del pubblico. Vale a dire che se non si fosse riempita la platea si sarebbe sentito abbastanza male. Così non è stato, e siamo certi che se non ci fossero state tante manifestazioni avremmo certamente raddoppiato la presenza di pubblico.